Rifugio antiaereo “Vittorio Putti” – Le incisioni della Cava

Con grande pazienza e meticolosità (riconoscerli non è stato facile in alcuni casi) sono stati fotografati tutti i “graffiti” presenti all’interno della Cava custodita nel Rifugio antiaereo in galleria “Vittorio Putti”, Sezione Seminario Arcivescovile.

Da quelli più antichi, ottocenteschi (alcuni paiono riportare date di un secolo prima ma in questi casi le incisioni sono assai poco profonde e non vi è la certezza assoluta), passando per lo stupendo graffito del Carabiniere Aldo Burchi (1943) fino a quelle relativamente recenti degli anni Cinquanta del Novecento.
A corredo della piccola selezione di queste importanti incisioni vogliamo riportare il testo di Danilo deMaria contenuto nel libro “Sul colle di villa Revedin“.

Il volume lo si può trovare in libreria oppure attraverso l’Associazione Bologna sotterranea scrivendo a segreteria@amicidelleacque.org .

Per vederle dal vivo (in parte, la Cava è tutelata) si può partecipare alle visite guidate che si tengono in loco.

[….] Le Sabbie Gialle hanno anche un’altra particolarità. Pur essendo arenarie con un grado di durezza non molto elevato, la loro vicinanza alla città ha fatto sì che venissero utilizzate come materiale lapideo in molti edifici: colonne, balaustre, cornicioni, ma anche semplici blocchi, sono stati prelevati nelle diverse cave sotterranee che si aprivano in vari punti dei colli attorno a Bologna. È un uso assai antico (risalente agli Etruschi, come dimostrano le stele conservate al Museo Archeologico) che si è protratto per molti secoli, fino alla fine dell’Ottocento.
All’interno del Rifugio di Villa Revedin ne abbiamo una testimonianza: la cosiddetta grotta altro non è che una piccola cava di arenaria, anche se è difficile datarla e la qualità del materiale estratto è tutt’altro che delle migliori. Le scritte più vecchie incise sulle sue pareti sono del 1885, ma risalgono di certo ad un momento in cui la cava non era più in funzione come tale, essendo già stata adattata a piccolo luogo di culto e devozionale, come dimostrano anche le nicchie destinate ad accogliere qualche immagine sacra. La grotta ha – dal punto di vista geologico – un buon valore didattico. Vi possiamo apprezzare molto bene le cose fin qui raccontate: l’alternanza di strati più cementati con altri in cui le Sabbie sono quasi sciolte, la presenza di sottili livelli di minute ghiaie e ciottoletti e, infine, l’inclinazione di 16°, effetto del sollevamento appenninico [….].