Gli Amici delle vie d’acqua e dei sotterranei di Bologna affiancano più che volentieri il Comitato “Per una nuova Caserma Mazzoni” onde fornire supporto tecnico, ispettivo, logistico e storico inerente il progetto di riqualificazione dell’area.
Bologna, 07/04/2021
Comitato cittadino “Per una nuova caserma Mazzoni”.
Piano di edilizia civile inerente l’ex area militare “Caserma Mazzoni”.
Comunicato stampa.
Il secondo progetto che CDP, Cassa Depositi e Prestiti Investimenti, ha consegnato al Comune di Bologna nel mese di dicembre 2020 non è stato ancora proposto e illustrato alla città.
Alcuni elementi importanti, ad esempio il futuro Parco di via delle Armi, che andrà a sostituire definitivamente l’ennesimo supermercato che sarebbe dovuto sorgere proprio su quel lotto di terreno, sono stati annunciati, ma si rende necessaria una condivisione con tutta la popolazione.
Lo scrivente Comitato, sin dal primo momento della sua costituzione, ha voluto conferire un altissimo valore al significato storico di questa antica area, collocata tra i quartieri Santo Stefano e Savena, oggi densamente popolati e altamente residenziali, e che ha come punto di accesso principale il Mulino Parisio, in località Chiesa Nuova.
Queste fotografie della “Mazzoni”, acquisite da vari punti di osservazione, vogliono testimoniare lo stato attuale della caserma, oggi abbandonata, ma in equilibrio, per altezze e architettura, con il territorio circostante, con l’attigua sede dei Carabinieri, con la via delle Armi e le costruzioni situate nei pressi.
Il Canale di Savena, che s-corre parallelo alla via delle Armi e le cui diramazioni arrivano sotto la Mazzoni, resta testimone della storia di questo borgo e attende la sua riqualificazione.
Ringraziamo Massimo Brunelli dell’Associazione Amici delle vie d’acqua e dei sotterranei di Bologna / Bologna sotterranea ® per le gradite immagini.
La stessa Associazione si rende disponibile, nel caso questo fosse possibile, ad ispezionare l’interno dell’area interessata (capannoni compresi), per cercare, eventualmente recuperare, quegli oggetti che potrebbero trovarsi ancora all’interno degli edifici di prossima demolizione, ma che furono di uso comune ai militari.
Quando tutto sarà trasformato e modificato dall’intervento urbanistico avremo così memoria di ciò che è andato perduto e di ciò che è stato.
Restiamo in attesa che il progetto venga presentato alla città.