C’è chi li chiama graffiti, chi pittogrammi, chi scritte… ma il loro vero nome è “segnale distintivo”.
Realizzati con un materiale dal nome molto particolare, quasi da cartone animato, Membranite, questi “dipinti” furono realizzati in due colori, il bianco e il nero. Erano migliaia, dislocati ovunque in città e nella prima periferia. Ne sopravvivono pochi. Molti quelli cancellati da una mano di vernice o grattati da spatole metalliche. Alcuni sono rari o rarissimi.
Il censimento, che è servito anche per la mostra “Memorie sotterranee”, è arrivato a 228 esemplari catalogati e fotografati da Massimo Brunelli e Gerardo Cacciari.
Ulteriori testimonianze, circoscritte in pochi punti e distanti tra loro, sono W IL RE, W IL DUCE, HEIL HITLER e alcune, non leggibili integralmente, riportanti la parola “W … NERA”.
Non dimentichiamoci delle porte cittadine, quelle della terza cinta muraria, sull’attuale viale di circonvallazione, dove, tra le altre, quella di santo Stefano è ancora un vero calderone di “segnalazioni” di ogni tipo, stradali, di soccorso e indicative.
Di seguito una breve spiegazione, tratta dal catalogo della mostra: … “per infondere maggiore sicurezza nella popolazione, a fronte di una carenza strutturale da parte degli apparati statali a fronteggiare con mezzi e preparazione adeguate l’emergenza bellica, si provvide a segnalare tutto quanto potesse facilitare l’individuazione dei rifugi e gli interventi delle squadre di soccorso. La presenza di un RIFUGIO era segnalata con una freccia contenente l’indirizzo dello stabile. I ricoveri dovevano essere dotati di una o più USCITE DI SICUREZZA nel caso quello principale fosse rimasto ostruito dalle macerie. La VENTILAZIONE era assicurata da appositi condotti. Erano segnalati da frecce sistemate in posizione elevata. In caso di incendi si provvide a costruire delle CISTERNE temporanee, ad aprire e segnalare i POZZI e, soprattutto, a predisporre una capillare rete di idranti. Molte altre scritte di diverso significato furono riportate sui muri durante vari avvenimenti. Eccone qualcuna come esempio: OPERA DEI LIBERATORI (propaganda per definire distruttori le forze Alleate; questi pittogrammi comparvero ad esempio, all’Archiginnasio e alla chiesa dei Salesiani, che subirono entrambi molti gravi danni). W ROOSEVELT, W CHURCILL, W STALIN; scritte rare, e in via di cancellazione, dipinte dopo la liberazione”…